Unomattina – Registro nazionale delle protesi mammarie

Guarda il video integrale della puntata “Protesi mammarie: non ci sono verità nascoste”

“Protesi mammarie: non ci sono verità nascoste” è il titolo della puntata di Unomattina del 02 maggio 2019, che si è posta l’obiettivo di  fare chiarezza sul “probabile, anche se assai sporadico, legame tra le protesi al seno, in particolare di quelle testurizzate, cioè ruvide, e una rara forma di linfoma, il cosiddetto ‘linfoma anaplastico a grandi cellule”.  La puntata ha visto in studio Marcella Marletta, Direttore Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute, e Roy De Vita, direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Plastica all’Istituto Nazionale Tumori, Regina Elena IRCCS, di Roma.

Ma non solo sì è parlato anche del ruolo del Registro nazionale delle protesi mammarie come strumento essenziale per tutelare la salute e la sicurezza dei pazienti a cui sono state impiantate delle protesi. “L’Italia sarà il primo paese al mondo ad avere un Registro nazionale delle protesi mammarie (RNPM)”, così apre il servizio a cura di Chiara Del Guadio e Alessandro Perozzi, che completa la puntata assieme agli interventi in studio.

Precisione nella tracciabilità del dispositivo impiantato, la tutela della privacy del paziente, la disponibilità dei fabbricanti a fornire tutti i codici, unitamente all’obbligatorietà che è data dalla legge rendono oggi il Registro italiano delle protesi mammarie un sistema unico al mondo“, ha commentato l’Ing. Marina Torre, Responsabile scientifico dello studio pilota del RNPM, che ha spiegato anche la necessità di una fase pilota, per verificare l’intero funzionamento del sistema, che è partita il 25 marzo 2019.

Le informazioni da raccogliere da parte dei chirurghi sono quelle essenziali per raggiungere gli obiettivi del registro: alcuni dati anagrafici, anonimizzati per garantire la privacy ma necessari per il richiamo del paziente da parte della struttura che lo ha operato; dati clinici relativi alla storia clinica del paziente e alla diagnosi che lo ha portato all’intervento; la tipologia di intervento e la tecnica utilizzata per la sua esecuzione; i dati identificativi del dispositivo impiantato.

“Fino ad oggi abbiamo formato 60 chirurghi, ma l’obiettivo è quello di arruolare tutti i chirurghi che effettuano questo tipo di intervento sul territorio nazionale”, ha spiegato la Torre. “Nel frattempo il Ministero della Salute sta perfezionando la stesura del regolamento del Registro che renderà definitivamente obbligatoria la partecipazione come richiesto dalla Legge”.

Oltre a quello dei Chirurghi di grande importanza è il ruolo dei fabbricanti: “ci forniscono tutti i dati delle protesi che sono distribuite in Italia; questo facilita enormemente il chirurgo nella selezione del dispositivo che viene impiantato, evitando errori di trascrizione del codice”.

“Una volta che il sistema sarà regolato sarà possibile valutare l’effettiva durata della protesi e fornire così a chirurghi e produttori informazioni importanti per migliorare la sicurezza e l’assistenza dei pazienti impiantati”, ha continuato l’ingegnere.